Concerto "Musica Colta Popolare Mediterranea"
MEFITIS QUARTET
Francesco Latorrata e Gaetano Agoglia, chitarra
Tiziana Lobosco, mezzo-soprano - Valeria Veltro, contralto
Lo spirito folcloristico che caratterizza i primi anni del Novecento del mezzogiorno italiano apre una stagione di rivalutazione di temi e melodie popolari, intrecciando la vitalità di questi elementi sul telaio strutturale classico. Il risultato è quello di una ritrattistica del quotidiano, una contaminazione rientrante a tutti gli effetti nel retaggio della musica colta. I presupposti di questa produzione si ritrovano nella parabola temporale che coinvolge il regno di Sicilia e che principia con l’opera dello stupor mundi Federico II di Svevia (XIII sec.), legata ad una profonda rinascita in campo scientifico e artistico, quindi rivolta al periodo di dominazione spagnola (XVI-XVIII sec.), il cui effetto in campo musicale è l’esportazione di modelli intimamente connessi alla cultura musicale spagnola ed araba. Il primattore di “Musica colta popolare mediterranea” è dunque uno spirito dallo spettro etnico ampio, convogliato nel bacino del mare nostrum dalla Napoli spagnoleggiante affacciata oltre l’unificazione del 1861, impregnata di profumi latini e strascichi borbonici. Di questo spirito si fa figura la canzone classica napoletana, frutto di una nuova tipologia espressiva articolata su una voce e uno strumento di accompagnamento, bipartita nella “cantata”, di levatura più aristocratica e poi accolta dal genere operistico, e nella canzone orale appartenente al popolo in senso più profondo. Queste influenze sfociano, nel XX sec., in una produzione artistica che si svolge sui due binari classico- operistico e popolare: si tratta del lavoro di musicisti quali Francesco Paolo Tosti (1846- 1916), compositore di romanze e chansons animato da un’idea di musica intima e personale, originale nel suo timbro stilistico modellato intorno a composizioni in versi di penna d’autore (D’Annunzio, Pagliara, Carducci, Fogazzaro, ma anche Hugo, Musset, Verlaine); Manuel De Falla (1876-1946), impegnato nel recupero degli elementi tradizionali spagnoli sotto il segno di un’estetica impressionista, sagomata dai ritmi andalusi, poi di un tono neoclassico con l’impiego di linguaggi derivati dalla tradizione polifonica castigliana. A farsi interprete dei brani più rappresentativi di questo panorama (A Vucchella, Marechiare) è il Mefitis Quartet, quartetto di chitarre e voci (mezzo-soprano e contralto) di giovani talenti lucani, laureati a pieni voti presso il Conservatorio di musica “G. Da Venosa”